Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | July 27, 2024

Scroll to top

Top

Presidio di Montecitorio contro i costi della politica: così si resiste a Ferragosto, tra turisti e indifferenza /1 - Diritto di critica

Scritto per noi da Marco Migliorelli e Francesco Centracchio

Non un eroe ma un esempio. Questo vuole essere Gaetano Ferrieri, cittadino italiano, dal 4 giugno in sciopero della fame davanti a Montecitorio. Con lui il Tricolore e la Costituzione. Intorno a lui un Presidio permanente e pacifico, ormai quotidiano punto di riferimento per italiani da ogni parte d’Italia ed anche per stranieri.

I motivi della protesta? Un rivoluzione concreta del sistema politico che rappresenterebbe il segno decisivo, tangibile di un cambiamento ed un atto di maturità all’altezza della crisi del nostro Paese: riduzione del 50% dello stipendio dei politici; eliminazione di rimborsi, vitalizi e pensioni d’oro (privilegi di cui i lavoratori pubblici, tanto avversati dal Ministro Brunetta non godono); riduzione del numero dei parlamentari e degli amministratori pubblici; riduzione del 90% delle auto blu (nostro il primato assoluto con 600.000 veicoli a disposizione di politici e funzionari); una nuova legge elettorale con la scelta diretta del Candidato effettuata dall’elettore; nuove elezioni.

Siamo andati al Presidio Permanente il giorno di Ferragosto, attraversando lo sbadiglio dello shopping inarrestabile di Via del Corso fino a giungere davanti al massicciato, indifferente e sbarrato, di Montecitorio. Davanti al Palazzo, oltre la calcina della piazza, un gazebo ed alcuni gruppi di persone. Molti di loro sono lì ogni giorno. Curano insieme a Gaetano il sito del Presidio e la pagina Facebook, indispensabili strumenti  di diffusione pacifica della protesta, di organizzazione e informazione. Gaetano è lì e ci sorprende da subito la sua pacatezza, la grande dignità con cui inizia a parlarci, via via spiegando le ragioni della sua protesta e le proposte avanzate da lui ed altri due nostri connazionali, anch’essi in sciopero della fame.

Per la Questura di Roma, Gaetano costituisce un problema di pubblica sicurezza: nel brusio di Ferragosto, si vocifera su un probabile sgombero del Presidio con la rimozione del gazebo.

Eppure, le autorità competenti sono state avvisate, nessun orpello legale è stato ignorato:

G. – Credo si tratti più di una guerra psicologica che di seguire la normale prassi istituzionale. Io sono stato autorizzato dal Comune di Roma dopo ben 16 giorni di sciopero della fame, dal 4 giugno, e dopo bruciature dovute al sole per le quali i medici sono intervenuti diverse volte. Il sindaco ha firmato una autorizzazione a continuare lo sciopero della fame. Autorizzazione comunale che è stata poi comunicata a tutti gli organi preposti alla sicurezza del territorio: i servizi di sicurezza della Camera, la questura, i vigili urbani etc. Ho già presentato varie volte il documento alla questura, quale titolare del gazebo, col quale mi sostengo per proteggermi dal sole. La questura continua a chiedere la rimozione del gazebo la sera per poi rimontarlo il giorno successivo.

Evidentemente, per la Questura, tanto non basta per garantire la pubblica sicurezza e così  il giorno dopo viene ingiunto a Gaetano di presentarsi quotidianamente in questura a marcare presenza. Questo accade a un cittadino incensurato che pure ha le idee chiare in materia di legittimità e legalità delle proprie azioni:

G. – La rimozione del gazebo  può essere attuata solo attraverso un atto ufficiale, richiesto dai parlamentari, nel quale viene indicato un pericolo per la sicurezza nazionale e quindi che io sono rivoluzionario e come tale incito alla rivoluzione. Il questore, con la fascia tricolore, o un suo delegato, dovrebbe portarmi questo documento per privarmi del gazebo. Se così fosse potrei comunque tornare qui senza gazebo avvalendomi della Costituzione Italiana, e quindi riprendere lo sciopero della fame.

Ma chi è allora Gaetano Ferrieri, un “rivoluzionario”?  E’ un “rivoluzionario” questo italiano dall’atteggiamento pacato, venuto qui con la bandiera e la Costituzione della Repubblica? E’ lui stesso a risponderci:

G. – Se “rivoluzionario” è un cittadino italiano, padre di famiglia, partito dal Veneto con degli ideali e preoccupato nel non vedere alcuna prospettiva di futuro per i propri figli, venuto qui con la Costituzione e la Bandiera Italiana per presentare, secondo l’Art. 50, una petizione alle Camere (perché qualunque cittadino può, in caso di necessità, presentare petizione alla Camera e fare proposte di legge, anche senza raccogliere firme), se questo è un “rivoluzionario”, loro sono una “casta” che si rifiuta completamente di parlare con la società civile e le classi più deboli.

Una “casta”. Ed è logico allora che per una Casta, qualunque atto, anche pacifico, di protesta, qualunque richiesta, pure legittima, è un atto di “rivoluzione”. Il “rivoluzionario” Ferrieri, è invece, fino a prova contrario, in uno stato democratico, un cittadino con pieno diritto di essere considerato. Un cittadino italiano:

G. – Io faccio parte dei cittadini italiani che stanno pagando questo vergognoso costo sociale, mentre i politici si rifiutano di tagliare su quello della politica. Ho presentato, insieme ad altri cittadini conosciuti via internet, una cifra per l’abbattimento dei costi della politica pari a quasi 70 miliardi di euro. Ed è una cifra annuale. Abbiamo trovato una soluzione al problema: ma è un problema che non vuole essere affrontato.

Non soltanto una protesta ma anche una proposta, un atto di democrazia partecipe e attiva quello di Ferrieri. Questo vuole essere il suo esempio. Un esempio che le istituzioni dovrebbero non dico incarnare, quanto almeno promuovere e considerare.

G. – Vi ricordo che sono qui in sciopero della fame  da 73 giorni e non c’è stato ancora alcun politico che, di là della nostre richieste e di quella che è la nostra battaglia civile, sia venuto a trovarmi a livello “umanitario” e a chiedere quindi come io stia.

Ci stupisce Gaetano, per la civiltà dei toni, per l’assenza di acredine di rabbia nonostante la fermezza e la lucidità del suo pensiero. Nonostante il digiuno. Pensiamo che sarebbe piaciuto ad italiani come Falcone e Borsellino, giudici immortali che avrebbero avuto probabilmente il piacere di attraversare la piazza e stringere la mano a questo signore venuto dal nord, senza gettargli 5 euro, come fatto nei giorni scorsi da un magnanimo e assai noto esponente della Lega e senza cambiare strada, voltandosi dalla parte opposta, come fatto da ben noto giudice, ora politico, paladino della giustizia negli anni 90.

Il punto è questo: da una parte un “dissidente” pacifico con delle proposte creative per il nostro sistema democratico, dall’altra non un classe politica quanto piuttosto, e lo sosteniamo in questa sede, con piena responsabilità, una classe di “oligarchi”. Così ci ha risposto Gaetano:

G. – Nessuno dei politici, ignorandoci, si è degnato di venire, circostanza che dimostra la reale lontananza fra società civile, cioè il popolo che lavora, produce e sta pagando questo enorme costo sociale e il mondo politico. Un mondo politico che attraverso una legge elettorale non veramente democratica s’è insediato in Parlamento, evitando ogni forma di dialogo. Mi è anzi stato risposto dal Capo di Gabinetto, dott. Alberto Solia, che NOI per dialogare con LORO dobbiamo portare tre milioni di cittadini italiani: ecco allora che emerge la lontananza enorme di questa classe politica che possiamo definire tranquillamente “casta” anziché “oligarchia”. Una casta cui si alleano mafia e massoneria. Ho girato dei video proprio su questo argomento.

Una legge elettorale che porta a eleggere sostanzialmente “poltrone vuote”, emblema di una crepa immensa fra “noi” e “loro”, cui corrisponde un indice di credibilità politica ai minimi storici. La risposta di Solia sfuma significativamente e amplifica una situazione kafkiana in cui il singolo cittadino non ha più valore in se quanto una qualche valenza astratta nel “numero”; nella massa di “pecore”: ” è così che ci vedono loro”, recita un cartello accanto al Presidio. E Kafka lascia il posto alla Fattoria di Orwell.

G. – Questo è un territorio nel quale i cittadini dovrebbero muoversi tranquillamente e che da 4 anni è invece stato blindato, creandogli intorno un recinto. Il Parlamento, la Camera dei Deputati sono la “casa dei cittadini” (non dico “casa del popolo” per evitare di dare coloriture politiche).

L’impermeabilità del micromondo della politica alla realtà esterna; un micromondo che oltre alla colpa di esser tale, vive come un sistema chiuso lotte interne di potere, politico ed economico i cui esiti si riflettono ambiguamente all’esterno. Su questo punto Ferrieri è chiaro:

G. – Essere dentro l’operatività politica e sociale non significa essere di destra o di sinistra, vuol dire intendere la politica come missione. Questi altri considerano invece la politica come un mezzo di arricchimento personale. Il problema non è nemmeno più l’arricchimento personale, comunque già grave. Il problema è che hanno anche distrutto il Paese.

La politica intesa come missione se da una parte non è avulsa al confronto costruttivo, alle volte anche forte e deciso delle parti, dall’altra non deve diventare, come è accaduto, uno scontro di poteri tale da spazzar via, insieme all’arricchimento personale, la propria ragion d’essere. Così prosegue Ferrieri:

G. –E quando delle persone sono hanno un attaccamento al denaro e tendono a isolare cercando di tenere fuori le persone dal sistema, bisogna assolutamente intraprendere una battaglia civile. Battaglia civile “alla Gandhi”. Mentre lui praticava lo sciopero della fame per mantenere un’alleanza fra le varie etnie, nell’ottica di una grande India; io porto avanti lo sciopero della fame per poter dialogare con il mondo politico. Ignorato da questo mi sono rivolto, attraverso la mia protesta, alla comunità dei cittadini perché si arrivi ad agire come in Islanda.

DAL PRESIDIO DI MONTECITORIO: SECONDA PARTE

Comments

  1. giusi calenda

    Ammiro e stimo tutte le persone che,mediante la Costituzione,vogliono e devono contribuire al cambiamento di questo stato di cose.Sono una Palermitana e lavoro nella Formazione Professionale da 25 anni.Ho contribuito a Formare ragazzi che,senza di noi,sarebbero stati per le strade…ho assistito alunni diversamente abili alleggerendo le famiglie e donando, ai ragazzi,una dignità sociale…adesso dicono che devono fare i tagli del trenta per cento,ma intanto a noi ci mettono in cassa integrazione e fanno entrare altre persone al posto mio. Dopo che si sono serviti di Noi,ci hanno spremuto come limoni, ora ci buttano in mezzo la strada!!! questa é la Sicilia che,da sempre,non fà parte dell’Italia…intanto paghiamo le tasse,lavoriamo e,quando vogliono,disattendono una legge che ci tutela(legge 24) e se ne fregano del nostro contratto a tempo indeterminato.Siamo lavoratori come tutti gli altri Italiani ma,pur continuando a lavorare,non ci pagano da 15 mesi! Ditelo in giro,per favore!!!

    • Marco Migliorelli

      Giusi, è vita questa? non dobbiamo limitarci a dirci in giro di questo schifo. Chiediamoci ognuno: è Stato questo? è Democrazia questa? è Vita? Paghiamo le tasse ma per cosa? per vivere da schiavi ritenendoci fortunati se otteniamo un lavoro che capitalizza il tempo del nostro esistere ancorandoci per decenni a mutui per casa macchina e rette nel MIGLIORE dei casi?
      scherziamo?
      IL POPOLO è SOVRANO.
      E la politica ha a 360°, quindi da destra a sinistra fino in ogni cantuccio sindacale, perso il suo valore di MISSIONE divenendo mezzo del POTERE e dell’arricchimento personale.
      Abbiamo letto libri sulla mafia, libri a iosa sulla casta MA NOI ITALIANI COSA ABBIAMO FATTO?!?!?!
      VOGLIAMO UNIRCI DAVVERO SOTTO IL TRICOLORE E MARCIARE SU MONTECITORIO secondo l’esempio di Ferrieri, sciopero nonviolento della fame IGNORATO DAI MEDIA e DAI POLITICI? non pensate che forse quando saremo lì davanti, liberi dal giogo dei colori che ci dividono e dall’affetto malato per le antiche opposizioni sociali e le sterili lotte di strada, non pensate che DOVRANNO CONSIDERARCI?

      Qui tocca svegliarsi e smetterla di lamentarsi (non dico nello specifico del tuo legittimo sfogo Giusi, dico che se siamo così FURIOSI dobbiamo AGIRE. E’ un diritto che la COSTITUZIONE ci consente).

    • Marco Migliorelli

      E aggiungo (e smentitemi con i FATTI se sto sbagliando, come spero…):

      Quest’uomo è TROPPO per questo popolo forse, ha datoun ESEMPIO che a milioni sono incapaci di cogliere. E migliaia non bastano. Forse si è troppo affezionati al lamentarsi, al guardare al proprio utile, a raccogliere le briciole dal tavolo dei potenti, troppo affezionati alle antiche contrapposizioni colorate che servono a tenerci per le palle e agli sterili scontri di piazza che inutilmente portano morti e dolore da anni. Se è davvero così, benvenga la bancarotta. Corsi e ricorsi storici. Vale anche per le capre addormentate.

  2. fabrizio

    ora posso dire che non siamo tutti pilotati..bellissimo articolo..grazie….forza gaetano continuiamo su questa strada…

  3. orny

    Forza Gaetano non mollare! Il tuo gesto e’ una miccia, spero che porti qualcosa di buono . Anch’io mi riconosco in toto in quello che dici.
    Ti giunga la mia vicinanza e il mio incitamentio a proseguire. Bisogna presidiare e far giungere alle orecchie dei politici che sono andati oltre….e devono loro ”in primis” dare l’esempio di rispetto della ns Costituzione.
    Il fondo e’ stato raschiato da un bel pezzo e i loro privilegi cozzano con lo stile di vita che gli italiani conducono. Svegliamoci !A cosa serve la politica e le leggi se la vita peggiora ogni giorno di piu’. Si sono blindati nel ”Palazzo” e appropriati anche fisicamente di tutto il centro storico di Roma. Ora li non si puo’ piu’ passare, hanno fatto migliaia di lavori a ns spese e non c’e’ piu’ nemmeno la possibilita’ di camminare davanti al Parlamento. Strade chiuse, recinzioni, catene e catenacci , paletti, interruzioni, deviazioni, muretti elettronici, marciapiedi inutili e tutti i palazzi, vicoli,uffici e’ tutto loro. Da stamattina, anche via del Corso, davanti alla Rinascente, non e’ piu praticabile, hanno costruito un muro di gomma per ”lavori” con una volante della Municipale ferma al sole per ”sicurezza loro ” Non c’e’ salvezza per i poveri cittadini comuni…dobbiamo anche circolare alla larga dal Palazzo, perche’ diamo fastidio, potremmo essere pericolosi, creare problemi di ordine pubblico e soprattuto essere indiscreti e curiosi spettatori dell’aria che si respira intorno ai luoghi del potere. E il futuro delle ns vite non e’ in pericolo ? Le forze dell’ordine dovrebbero scortare noi cittadini che ogni minuto ci viene ”sottratto” un diritto ad una vita dignitosa. Mi piace il tuo gesto perche’ non e’ di colore, la tua pacatezza e’ la forza delle tue richieste in nome di diritti civili. La bandiera italiana e la costituzione, niente altro, ti diano la forza di continuare! Faro’ girare questo post a quanti + conosco. Grazie