Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | April 19, 2024

Scroll to top

Top

Aulla, la tragedia del cemento annunciata da 13 anni - Diritto di critica

Aulla, la tragedia del cemento annunciata da 13 anni

Scritto per noi da Lorenzo Mannella

Il prossimo Natale saranno trascorsi due mesi esatti dall’alluvione che ha messo in ginocchio la provincia di Massa-Carrara. Davanti agli occhi scorrono ancora le immagini di Aulla devastata dal fango, le auto ribaltate e trascinate lungo la strada come se fossero foglie secche. Una tragedia causata dal cemento e annunciata da almeno tredici anni. 

Verso le 18 del 25 ottobre, il Magra esonda dal suo letto e invade le strade della cittadina toscana. Nel giro di un’ora viale Lunigiana si trasforma in una lingua di fango inarrestabile che divora mezza città. Quando l’onda di piena ha rotto gli argini, il fiume ha invaso le arterie stradali che corrono parallele lungo le sue sponde. A proteggere le case c’era un muro scavalcabile con un salto.  

La vera causa del disastro è stato l’eccesso di cemento: case costruite dove nessuno avrebbe mai dovuto posare neppure un mattone. Nonostante i divieti a costruire e le aree off-limits dei piani di rischio, in Lunigiana le case spuntano come funghi anche a ridosso del fiume. Questo accade nonostante le zone occupate dal bacino del Magra siano per il 20% a rischio di dissesto geomorfologico.

Non è una novità, basta sfogliare le pagine del Piano di assetto idrogeologico per accorgersi che Aulla non ha mai avuto le carte in regola. A partire dal 1998 l’Autorità di bacino ha rimesso mano alla cartografia della Lunigiana per evidenziare quali fossero le aree minacciate dal pericolo alluvione. Aulla rientrava già tra i 92 centri abitati a rischio inondazione. Un’eventualità che gli esperti davano per probabile almeno su scala trentennale.

Qui va fatta una precisazione, perché la dicitura “scala trentennale” non va mai presa alla lettera. Una piena può arrivare da un giorno all’altro. Sono le piogge a deciderlo, non il calendario. E – dice il rapporto dell’Autorità – se l’onda di piena travolge Aulla, può coinvolgere fino a 2600 abitanti. Di questi, ben 400 rischiano di perdere la propria casa. Ma il pericolo riguarda anche le infrastrutture: scuole, poste, Asl e stazione dei bus sono sulla lista nera. Un vero disastro per un comune di 10mila anime.

Lo stesso piccolo comune che tra il 1995 e il 2004 ha gettato tonnellate di cementosulle sponde del fiume. In un decennio, Aulla ha costruito 800mila metri cubi di nuovi insediamenti, l’80% dei quali destinati a attività commerciali e private. Grandi magazzini e villette tirati su proprio in quelle aree che coincidono con le zone a rischio segnalate dall’Autorità. Un azzardo, tant’è che nel 2009 il comune decide di metterci una pezza e consolida gli argini.

 Ma qualche metro in più di barriera non serve a nulla. Anche se i lavori del 2009 declassano il livello di rischio – una piena su scala 200 anni – la “nuova” Aulla resta una bomba a orologeria. Sono passati due anni, e il Magra si è portato via tutto. Suonano strane le parole del procuratore Aldo Giubilaro che sorvola in elicottero le zone alluvionate: «Dall’alto ho visto cose che non avrei voluto vedere».