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Diritto di critica | April 25, 2024

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La lezione che greci (e italiani) non vogliono imparare - Diritto di critica

La lezione che greci (e italiani) non vogliono imparare

L’EDITORIALE – Domenica scorsa il Parlamento greco ha approvato il pacchetto di misure di austerity richiesto dalla comunità internazionale (in particolare la Troika composta da Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) al fine di ottenere una tranche di prestiti che permetteranno al Paese di rimandare (per ora) il fallimento.

Il voto si è svolto in un clima da guerriglia, con Atene data alle fiamme, proprio mentre in Italia l’austerity votata dall’esecutivo di Papademos veniva definita una “macelleria sociale”. La definizione, tuttavia, non è adeguata al caso greco eppure anche in Italia non sono mancate manifestazioni di solidarietà al popolo ellenico, fino a ricordare la solita sciocchezza del complotto internazionale dei banchieri sulla pelle della gente, di cui la Grecia è solo un primo esperimento, poi seguiranno altri Paesi, fra cui l’Italia.

Le cose, però, stanno diversamente rispetto alla patina da clima elettorale. Le difficoltà dei PIIGS non sono causate da un complotto ma da problemi che hanno radici in molti Parlamenti nazionali. La Grecia è certo un caso particolare e se le difficoltà di vari Paesi sono dovute a una congiuntura difficile e a una classe politica inetta (si veda l’Italia), Atene ha infatti avuto il coraggio criminale di osare di più: il suo sistema era già marcio fino al midollo quando l’economia ha cominciato a peggiorare nel 2008. Fino a quell’anno, infatti, la Grecia ha goduto di una crescita economica tanto poderosa quanto basata sul nulla: la politica, a fini elettorali, s’è messa a creare posti di lavoro inutili, creando un gigantesco parassitismo improduttivo. L’esempio più lampante è nel caso del fisco, una macchina burocratica diventata enorme e ingestibile che – di conseguenza – favoriva la corruzione al fine di evadere, in modo che i governi hanno dovuto ricorrere a un condono fiscale in media ogni tre anni negli ultimi trenta.

I cittadini greci erano evidentemente contenti del bengodi: lo Stato pagava stipendi superflui mentre i cittadini (chi poteva, ovviamente: il 75% degli autonomi greci era “esentato” dalle imposte) non pagavano le tasse in attesa dell’inevitabile colpo di spugna. L’economia cresceva, dando l’illusione del ritorno all’età dell’oro. Sciocchezze, ovviamente: l’economia sommersa era un terzo del PIL (in Italia è un quinto), e ogni anno 30 miliardi di euro venivano sottratti al Tesoro di Atene, che intanto, però, occupava l’80% delle proprie spese in stipendi e pensioni. Il settore pubblico impiegava 700 mila persone, di cui 25 mila assunte negli ultimi due anni, nel bel mezzo della crisi, segno che la politica greca, in modo bipartisan, non aveva ancora capito in che guaio s’era cacciata.

Il divertimento prima o poi doveva finire: se ne accorsero i politici greci, più di dieci anni fa, quando si trattava di entrare nell’euro. Se spendi tanto e non incassi niente alla fine tutto implode. E quindi se ne vennero fuori con un’idea geniale: falsificare i conti pubblici, chiedendo aiuto alle grandi banche internazionali, che diventarono complici, ma non principali imputati del disastro. “Far tornare” i conti pubblici andava di moda, prima dell’euro: lo fecero anche Prodi e Ciampi nel 1996. Ma la differenza fra i due casi è abissale: Prodi e Ciampi non erano criminali, quando “il trucco” fosse stato svelato, i conti pubblici sarebbero stati in ordine, come in effetti poi accadde. I greci, invece, effettuarono una vera e propria truffa “solo” per coprire la voragine ovvero per non distruggere l’immenso apparato clientelare dello Stato su cui si reggeva l’economia nazionale.

In questo gioco tafazziano, i cittadini greci sono colpevoli quanto i loro rappresentanti, visto che negli ultimi tre lustri si sono alternate al potere sempre le stesse personalità. Da dieci anni l’Europa, attraverso Eurostat, avvisava la catastrofe imminente. Atene rispondeva “vabbuò”, all’italiana. Da dieci anni i greci dovevano protestare contro la politica corrotta. Non lo hanno fatto, perché le cose stavano bene così. Era il bengodi.

Il risultato di questo massacro del buonsenso è oggi un Paese sull’orlo della bancarotta, e le proteste dei cittadini greci vanno nella direzione del baratro. Purtroppo per loro, c’è un grosso problema: la Grecia non ha il becco di un quattrino, e la sua economia, a parte quella statale, semplicemente non esiste. Mezzo mondo è disposto a prestar loro denaro, denaro pubblico, denaro dei cittadini, italiani compresi. Ma servono garanzie: i soldi che il contribuente italiano presta alla Grecia verranno utilizzati per pagare lo stipendio di un medico o di un insegnante che fanno il proprio mestiere, o finirà nelle tasche di uno dei numerosissimi “parassiti statali”? Gli autonomi cominceranno a pagare le tasse o sarà il cittadino italiano a pagare la manutenzione delle strade sulle quali l’autonomo nullatenente girerà in Lamborghini?

Per questi motivi i greci non possono avere solidarietà e compassione: chi è causa del suo male, pianga se stesso. E in tutto questo le banche c’entrano poco e niente, visto che sono dispostissime a perdere oltre la metà dei propri prestiti ad Atene nel famoso “haircut”, la ristrutturazione del debito. Il mondo intero, a cominciare dall’Europa, sia pure con vistosissimi errori, sta cercando di aiutare la Grecia, ma è necessario che la Grecia aiuti se stessa, cominciando a capire una piccola, semplice regola: non solo il bengodi è finito, ma bisogna pagare il conto degli ultimi anni di insensatezze, per non dire crimini.

L’alternativa è il default e l’uscita dall’euro, soluzione che viene chiesta a gran voce dai soliti economisti “alternativi”, sul solito esempio dell’Argentina. L’errore è lo stesso che ha portato la Grecia al collasso: badare solo alla crescita e non alla sua efficienza e sostenibilità. L’Argentina, come la Grecia, ha avuto in questi anni una crescita poderosa, ma quasi la metà della popolazione è povera e un’inflazione galoppante continua a divorare gli stipendi. E non è questo il destino che attende la Grecia in caso di default, ma ben peggiore: a differenza dell’Argentina, che è piena di risorse naturali, la Grecia ha solo Partenone, olive e fichi secchi.

Stesso discorso per l’uscita dall’euro: come ben spiegato in modo efficace su NoisefromAmerika, davvero si pensa che la gente non si accorgerà in caso di ritorno alla dracma (o alla lira) di avere in mano i soldi del Monopoli? Se la svalutazione cura tutti i mali, perché lo Zimbabwe non si è ancora comprato la Cina?

Occorre molta serietà e molta meno demagogia. È verissimo che l’Europa vuole salvare la Grecia in primo luogo per salvare se stessa, ma ciò non può significare staccare assegni in bianco. Ed è pure vero che le cose stanno andando un po’ meno peggio di prima e le ottime manovre di Mario Draghi alla BCE stanno creando un cordone sanitario per evitare che la febbre greca contagi gli altri Paesi (il Portogallo è il prossimo sulla lista), ma l’era dei pasti gratis di cui il popolo greco ha usufruito negli anni deve finire. Questa è l’ultima chance per capire i veri termini della questione, altrimenti tutta la Grecia diventerà un’enorme Santorini, isola distrutta dal suo stesso vulcano.

E sarà un monito per altri Paesi in condizioni simili: la crisi non è ancora alle spalle e l’Italia – pur essendo messa decisamente meglio (e almeno parte della colpa risiede oltre le Alpi) – soffre di molte delle malattie d’oltre-Ionio. La cura Monti non sarà eterna, se dopo di lui la politica tornerà a dare il peggio di sé.

Comments

  1. Alanford23

    …cosa vorresti dire che dobbiamo subito andare in piazza sennò i nostri politici fanno come quelli greci?….
    e che tutti i soldi che si sono rubati i ns partiti è colpa ns.?
    ….DAI VA LA’!!!!!!! 

    • Andare in piazza se necessario, ma anche usare altre forme di partecipazione alla vita pubblica, chiedere il cambiamento ai propri partiti, partecipare ad assemblee di associazioni, e molto altro. Chi non agisce è corresponsabile del disastro (e per il mio carattere, pur denunciando da anni tutte le storture che ci hanno portato qui, mi sento colpevole per non avere fatto abbastanza).

      Se i partiti hanno rubato, poi, è perché noi glielo abbiamo permesso. Anzi, glielo stiamo permettendo.

  2. un cittadino allucinato

    Sinceramente, non capisco come qualcuno possa osare dire che la colpa e’ dei cittadini greci perche’ hanno votato questo o quel governo, in cui “si sono alternate sempre le stesse personalita”.
     
    in un paese democratico qualsiasi (soprattutto in italia) dove TUTTI i politici, di qualsiasi partito/schieramento, sono nel migliore dei casi degli imbecilli e nella media dei furfanti impuniti, cosa accidenti si puo’ fare se la costituzione stessa non permette di toccarli(immunita’ parlamentari ecc…) o meglio di mandarli via ? a qualcuno il voto lo si deve dare no ?
    Ed anche ammettendo che si verificasse un miracolo, che TUTTI gli italiani si rifiutassero di votare nel 2013 e dicessero “andatevene tutti a casa, anzi in galera”, cosa succederebbe ?
    La stessa cosa che e’ successa 3 mesi fa, anche se il governo ELETTO DEMOCRATICAMENTE c’era e lavorava (male, ma questa non e’ una novita’): arriva il capo dello stato ed elegge chi vuole lui, senza chiedere ai cittadini, in modo assurdo per una democrazia (mai visto un uomo che diventa senatore a vita e premier nella stessa settimana…), un uomo che dovrebbe sanare un debito pubblico enorme e come lo fa ?
    Aumentando le tasse ai poveri cristi che abitano in un paese nella top 10 dei cittadini tassati, considerando  le loro case fonte di guadagno invece che un requisito primario di sopravvivenza (volendo essere fiscali, e’ la caverna il requisito primario, ma 10000 anni di evoluzione a qualcosa avranno portato no ?) e nel frattempo continua con le “grandi opere” da 20 miliardi a botta, non tocca finanziamenti a giornali, televisioni, aziende che spostano la produzione in paesi piu poveri, ecc…E NEMMENO A QUEI POLITICI CHE STA’ SOSTITUENDO, PERCHE’ A QUANTO PARE SOLO IL PARLAMENTO COMPOSTO DA LORO STESSI PUO CAMBIARE IL LORO STIPENDIO ???

    Sinceramente, questo articolo mi sembra una grande presa in giro.

    Forse l’autore sta’ suggerendo che il popolo italiano dovrebbe creare una vera e propria guerra civile che porti alla sparizione di gentaglia simile, unico modo possibile per riscrivere da zero la costituzione ed eliminare il maggior problema ?

    E che il popolo greco e’ COLPEVOLE QUANTO LORO di non averlo fatto prima che la suddetta gentaglia li mandasse definitivamente al macello ?

    Vorrei vedere quanto ci mette LUI a decidersi ad andare addosso ad uno schieramento di poliziotti(che sono anche loro cittadini italiani, con gli stessi nostri problemi) che li sta’ difendendo, superare il suddetto schieramento, entrare in parlamento e….cosa farebbe in quel caso ? li arresta da privato cittadino ? li giustizia sul posto per alto tradimento ?

    E vorrei vederglielo fare quando, tra qualche tempo, invece dei celerini o dei carabinieri si ritrovera’ davanti i poliziotti “europei”, poliziotti che a quanto pare  godranno di impunita’, e non saranno soggetti all’autorita’ delle singole nazioni: praticamente, le nuove SS.

    • Parliamo di svariate consultazioni elettorali negli ultimi lustri. Immagino che in Grecia ci sia democrazia. Immagino che i greci (almeno una parte di essi) partecipino alla vita dei singoli partiti, discutono, prendono decisioni, e i partiti non sono club chiusi, i greci potevano entrarvi, chiedere cambiamenti, posso supporre. Non l’hanno fatto, direi.

      Potevano fare sit-in e proteste a oltranza davanti al Parlamento contro la corruzione e tutto il resto da oltre dieci anni. E un sacco di altre cose, per il cielo. Invece l’unica volta che si sono incazzati prima del 2010 è stato per la riforma delle pensioni, che toglieva loro un po’ del loro bengodi.

      Quanto all’Italia, solo per dire, l’attenzione dell’opinione pubblica su Tangentopoli è finita troppo presto, visto che ci siamo “distratti” grazie ai Mondiali (decreto Biondi salva-ladri, “giusto processo”, ecc). Ed è finita come sempre finisce in Italia: giustizia sommaria per pochi colpevoli presi subito, libertà assoluta per tutti gli altri. E oggi siamo ancora qua a parlare di politici che rubano in modo sistematico, non in casi isolati.

      Insomma, c’è da incazzarsi, protestare, agire più attivamente nei partiti politici, ma per le cose giuste, non per il complotto demoplutopippotopolino. Ce ne sono di strade percorribili prima della guerra civile, tranquillo.

      • Io

        Il complotto c’è eccome. Si chiama EURo. Se tu non lo vuoi vedere problemi tuoi.

    • Tanto per dire, il probabile prossimo premier greco, invece di agire in modo responsabile, vende fumo ai propri cittadini solo per raggranellare voti, promette la luna. Non ricorda qualcuno?

      Ci sono molte altre colpe in questa crisi, specie in Germania, ma le “tribù” greche vogliono continuare a mangiare a spese di qualcun altro, finora a spese delle generazioni future, adesso che sono al collasso, a spese nostre. E non va mica bene.

  3. …ma siamo sicuri che i cittadini hanno attuato scelte consapevoli per essere parte e beneficiari di questo “bengodi” ? L’economia tende sempre a considerare il consumatore/cittadino come razionale, consapevole, informato, ma magari fosse così !

    Le cause della situazione greca effettivamente hanno poco a che vedere con complotti vari, ma certamente se si volesse essere equi e solidali con la Grecia, si potrebbe iniziare ad ANNULLARE o RIDURRE quasi a zero gli INTERESSI sul debito pubblico (ovvero sul denaro che viene prestato, da enti privati, allo Stato per far fronte alle spese maggiori rispetto alle entrate).
    Questa si che sarebbe una boccata d’aria. Anzi, una misura del genere andrebbe valutata ovunque, ovvero sottrarre dall’interesse privato il debito pubblico, in quanto eticamente io ritengo assurdo che dei fondi che sostanzialmente sono un BENE COMUNE debbano essere concessi a interessi, e pure alti, preda del mercato: si sa bene, il mercato prevede degli attori che MASSIMIZZANO il loro PROFITTO, di certo non pensano a massimizzare il bene comune che di quei fondi, per politiche sbagliate, necessita in grande quantità. 
    Insomma, l’interesse sui prestiti allo stato è in sostanza un lucrare sulle disgrazie altrui, e come tale io lo ritengo rivoltante.

    • La questione degli interessi è condivisibile, è una delle tante scemenze commesse dalla Troika.

  4. Forse non è chiara la struttura sociale greca: è praticamente il peggio del sud Italia reso maggioranza (e lo dico da terrone, sia chiaro). Assistenzialismo, familismo, raccogliere il massimo facendo il minimo, eccetera.

  5. >D’Alema, il piu disastrato presidente del consiglio nella storia d’italia

    La mia antipatia per Minimo è nota, ma il vero disastro è stato Berlusconi. D’Alema è semplicemente un incapace che si crede padre eterno.

    >non ricordo fughe di tutti i politici odierni, anzi sono tutti sotto scorta 

    Ho risposto nel commento sotto.

    >il debito italiano e’ 5 volte superiore a quello greco
    L’Italia ha un’industria che esporta, la Grecia no. Inoltre, in rapporto al PIL, la Grecia è a 160%, l’Italia è a 120%. Cerchiamo di parlare solo dopo esserci informati (primo dubbio circa il fatto che l’articolo sia stato letto).

    >il GOVERNO greco avra’ anche falsificato i bilanci, ma dubito che persone sveglie e precise come quelli di Bruxelles non se ne siano accorti eh

    Il primo ammonimento Eurostat risale al 2004. Purtroppo i poteri europei per intervenire erano zero, mentre Atene rispondeva “vabbuò”, (come ho scritto nell’articolo, mi chiedo se sia stato letto prima di commentare…).

    >Troppi posti statalidici  ? puo’ darsi…Non “può darsi”, la cifra che ho esposto è una pazzia.

    Cito infine quanto detto da Papandreou il 12 febbraio: «Il nostro sistema politico è collettivamente responsabile di tutti i
    funzionari che abbiamo assunto per favoritismo, dei privilegi che
    abbiamo accordato per legge, delle richieste scandalose che abbiamo
    soddisfatto, dei sindacalisti e degli uomini d’affari che abbiamo
    favorito e dei ladri che non abbiamo messo in prigione» Io l’ho scritto in mille parole, lui l’ha riassunto in tre righe. E quel sistema politico l’hanno voluto i greci.

    • un cittadino allucinato

      >>Troppi posti statalidici  ? puo’ darsi…Non “può darsi”, la cifra che ho esposto è una pazzia.

      Ero ironico…ma tu pensi che ci fosse un counter visibile al popolo greco in televisione o almeno sul sito web dello stato ? ed anche SE ci fosse stato, SE fosse stato pubblicizzato, SE fosse comprensibile ad un comune operaio(non siamo tutti dei genietti, sai ?), SE SE SE..
      l’impiegato statale avrebbe dovuto auto licenziarsi per “dovere civico” ? ma fammi il favore….
      Con il senno di poi e non trovandosi(per ora) nella stessa situazione, e’ troppo facile accusare gli altri.
      E troppo facile anche per Papandreou svuotare il sacco DOPO il fatto compiuto (cosa che puntualmente capita anche in italia).

      >> Il primo ammonimento Eurostat risale al 2004. Purtroppo i poteri europei
      per intervenire erano zero, mentre Atene rispondeva “vabbuò”, (come ho
      scritto nell’articolo, mi chiedo se sia stato letto prima di
      commentare…).

      Si, ho letto…ma tu hai capito cosa significa, o citi solo dotti riferimenti storici ?
      Significa che gia lo sapevano(come tutti sanno benissimo lo stesso di noi, esportazioni o no) e lo sapevano anche PRIMA del 2004.
      Proprio come qualsiasi strozzino nei telefilm di serie B hanno lasciato che il GOVERNO greco inguaiasse sempre piu la nazione: ti fa aumentare gli interessi sui titoli di stato, ti presta nuovi soldi…e nel frattempo magari ti obbliga a comprare carri armati e sottomarini con gli stessi soldi che ti ha prestato ? no, lo strozzino tradizionale non ha carri armati da sbolognare, ma i detentori del debito greco a quanto pare si.

      Pare che Topolino e Minni i complotti li sappiano quantomeno copiare, se non ideare.

  6. Nel gioco dell’entrata dell’euro entrò in campo la politica: Italia e Grecia truccarono i conti (sia pure in maniera e confini totalmente diversi), la Germania se ne accorse, ma Francia e Gran Bretagna avevano bisogno soprattutto dell’Italia per arginare lo strapotere tedesco. Le cose andarono bene per l’Italia, che poi mise bene in ordine i conti, ma non la Grecia, che continuava a truffare l’Europa.

    Eurostat dal 2004 aveva le mani nei capelli, ma l’UE non aveva (e non ha) mezzi per intervenire per impedire simili crimini.

    Sull’euro, va detto che è un’ottima cosa, il problema è che la sua costruzione è stata fatta in modo contrario a quanto doveva essere (ovvero, prima bisognava unificare i debiti europei, e poi creare la moneta, come fatto dagli USA). Resta quindi un’ottima cosa, e noi ne godiamo i benefici (molte cose, dal caffè alla benzina, costerebbero il triplo se ci fosse la lira), ma bisogna dare uno Stato a questa moneta, non un ammasso di Stati vagamente connessi.

  7. Bacarozzo

    Bell’articolo, belle considerazioni. BELLO!

    Fa male leggere queste parole pensando al mondo là fuori. Fa male pensare che la gente, ogni giorno su facebook o altri social network, condivide video e testi di pseudo-giornalisti, pseudo-economisti, pseudo-persone che rimpolpano discorsi da “Gomblotto”, forniscono soluzioni raffazzonate, propongono soluzioni che non tengono conto della situazione geo-politica. È la fiera del sotutto.

    Davvero, tutti, tutti a puntare il dito e nessuno che faccia quello che è stato detto. Partecipare davvero attivamente alla vita politica di questo paese. Ma siamo troppo comodi, come troppo comodi erano i greci. È davvero troppo facile dire “eh ma che devo fare io?”. E sia ben chiaro, lo dico anche a me stesso ogni giorno. Peace.