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Diritto di critica | April 27, 2024

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Qe, la svolta di Draghi che non piace ai tedeschi

La Bce stamperà moneta per contrastare la deflazione e rilanciare i consumi. La Merkel è furiosa

di | 23 Gen 2015Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard

La Bce come la Fed. Il Qe ricalca le misure prese dalla Fed dopo il crollo della Lehman Brothers del 2008, l’evento che aprì la crisi negli Stati Uniti da cui ha avuto origine quella europea. L’obiettivo del Qe è quello di produrre inflazione – in misura contenuta una sorta di lievito economico per la crescita – evitando al contempo la deflazione, ovvero, il calo dei consumi e degli investimenti.

Inflazione sì, deflazione no. L’obiettivo è quello di portare il tasso d’inflazione vicino ma non sopra al 2%. Oggi il nostro tasso d’inflazione è in discesa dal 2012, da ottobre 2013 si è posizionato sotto all’1% arrivando a dicembre addirittura in negativo al -0,2%, generando una contrazione dei prezzi che è indice di una spirale negativa molto grave. Le misure attuate finora – la riduzione dei tassi d’interesse, ormai praticamente azzerati – non basta per riportare in positivo il tasso, quindi, per risollevare la dinamica dei prezzi, via al Qe. Ma come? Con la stampa e l’immissione di moltissima moneta che a parità di merce prodotta fa innalzare il costo in euro di beni e servizi. Ciò genera un beneficio per imprese e persone: infatti il tasso d’interesse dei titoli a lunga scadenza cala e gli stessi rendono meno, quindi è presumibile che gli investitori finanziari (banche aziende e individui) investano in altro modo (in azioni ad esempio). I tassi più bassi inoltre favoriscono maggiori investimenti e maggiori consumi con aumento contestuale della produzione, dell’occupazione e quindi dei prezzi al consumo.

La crescita dell’export. Ma soprattutto il più grande vantaggio del Qe arriva dalla svalutazione della moneta che genera un incremento dell’export per le nostre aziende. Ecco il vero grande vantaggio dello stampare moneta: renderla più conveniente. Uno dei problemi dell’euro infatti è sempre stata la sua forza. Ora l’inversione di tendenza sembra avviata. Già da maggio a oggi, sempre in anticipo sulla svolta di Draghi, l’euro si è deprezzato del 16% sul dollaro e di quasi l’8 sulle 19 valute con cui l’Europa commercia di più. Ora con l’introduzione del QE la moneta unica continuerà a scendere e le esportazioni ad aumentare sensibilmente. Un euro più conveniente, inoltre, aiuterebbe anche il turismo, il che per il nostro Paese è senz’altro una bella notizia.

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