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Diritto di critica | April 19, 2024

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La strage dei giornalisti - Diritto di critica

Sono almeno centodieci i giornalisti che hanno perso la vita in Russia da quando è crollata l’Urss (le fonti sono varie, dal Committee for Protection of Journalist (CPJ) a Reporter sans frontiéres fino al sito francese La Russophobe.). I numeri testimoniano una vera e propria carneficina consumatasi in pochi anni. Ogni storia racconta una vita spezzata che si è scontrata con il potere di chi vorrebbe controllare i media. Dalla guerra in Cecenia alle inchieste sulla corruzione, la morte non ha colore o fronte politico. Uccisi da un cecchino, schiacciati dai cingoli di un carro armato, “suicidati” giù da una finestra o ritrovati morti in una foresta. Essere giornalisti in Russia significa sopravvivere.

A pochi giorni dal quarto anniversario della morte di Anna Politkovskaja, trucidata il 7 ottobre 2006 con quattro colpi di pistola – di cui uno alla testa – nell’ascensore del palazzo dove abitava a Mosca, Diritto di Critica vuole ricordare i cronisti uccisi nel Paese di Vladimir Putin e Dimitri Medviedev. Dove per certi aspetti la democrazia è solo un nome.

1. Adam Tepsurgaaev, 24 anni, cameraman ceceno che lavorava per la Reuters, è stato ucciso vicino al villaggio ceceno di Alkhan-Kala, il 21 novembre 2000. Un portavoce del governo russo ha accusato la guerriglia cecena di averlo assassinato, ma gli abitanti del villaggio hanno spiegato che i miliziani non avevano motivo per ucciderlo. Aveva realizzato la maggior parte delle riprese del fronte ceceno durante la prima guerra, ma non lavorava da sei mesi.

2. Adlan Chasanov, 33 anni, cameraman dell’agenzia inglese Reuters, è stato ucciso a Groznyj, il 9 maggio 2004, nell’attentato dinamitardo allo stadio della capitale cecena costato la vita all’allora presidente ceceno (filo russo) Achmad Kadyrov, padre dell’attuale presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov.

3. Aleksandr Efremov, 41 anni, fotografo del giornale siberiano Nashe Vremya ucciso in Cecenia mentre era su una jeep militare fatta saltare da una mina azionata a distanza il 12 maggio 2000. Insieme a lui sono morti due ufficiali di polizia. Era al suo terzo reportage ceceno

4. Aleksandr Konovalenko, giornalista del quotidiano di Volgograd Krestianoskoe Slovo, ucciso il 6 giugno 1995 mentre, in stato di fermo, era in una caserma di polizia.

5. Aleksandr Loskutov, giornalista del Morskoi Sbomik schiacciato da un carro-armato mentre realizzava un reportage in Cecenia, il 17 dicembre 1999.

6. Aleksandr Petrov, 31 anni, caporedattore della rivista Right for Choice ucciso vicino a Omsk, sua città natale, nella Repubblica di Altai, il 17 agosto 2006. Era insieme alla moglie Alena e i figli Nikita (7 anni) e Artem (3), quando è stato aggredito da un ragazzino, armato e drogato, che voleva rubare la Mitsubishi della famiglia. I quattro corpi senza vita saranno trovati nei boschi fuori Omsk. Per la strage sarà arrestato e condannato un sedicenne, condannato a 10 anni di prigione, il massimo della pena per un minorenne in Russia.

7. Aleksandr Piterskij, caporedattore e conduttore di Radio Baltika, di San Pietroburgo, ucciso nel suo appartamento il 31 agosto 2005. Le indagini a 360° non hanno portato ad alcun risultato.

8. Aleksandr Plotnikov, proprietario del giornale Gostiny Dvor, della città di Tumen, Siberia, ucciso il 19 maggio 2002. Gli investigatori pensano che ad assassinarlo sia stato un killer professionista, forse per contrasti sul controllo del giornale.

9. Aleksandr Sidel’nikov, cameraman della Lennauchfilm Studio, ucciso il 4 ottobre 1993, nel corso degli scontri tra sostenitori e oppositori del presidente El’cyn intorno al Parlamento russo.

10. Aleksandr Smirnov, giornalista del Molodyozhny Kuryer, ucciso il 4 ottobre 1993, durante gli scontri intorno al Parlamento russo.

11. Aleksej Sidorov, caporedattore del quotidiano di Togliattigrad Tolyatinskoye Obozreniye assassinato il 9 ottobre 2003. Due sconosciuti lo aggrediscono e colpiscono numerose volte con un’arma da taglio. Morirà tra le braccia della moglie. È il secondo caporedattore del Tolyatinskoye Obozreniye ucciso in pochi mesi. Indagava sulla corruzione nella pubblica amministrazione. Un uomo sarà dapprima arrestato e poi scagionato per questo omicidio.

12. Ali Astamirov, 34 anni, corrispondente della France Presse (AFP) è stato rapito da uomini armati nella repubblica dell’Inguscezia (repubblica caucasica della Federazione Russa). L’uomo, sposato, con due figli, aveva lavorato anche per la tv di Groznyj. Aveva coperto giornalisticamente prima il conflitto ceceno poi l’odissea dei profughi. Dal giorno del rapimento se ne sono perse le tracce. Le indagini non hanno avuto alcun esito.

13. Anastasia Baburova, 25 annistagista e collaboratrice della Novaya Gazeta, uccisa il 19 gennaio 2009 insieme all’avvocato Stanislav Markelov al termine di una conferenza stampa nella quale il legale aveva annunciato un ricorso internazionale contro la scarcerazione del colonnello Budanov, condannato a 10 anni di carcere per omicidio di una diciottenne cecena (e liberato dopo otto anni e mezzo, per buona condotta). La Baburova si era specializzata in inchieste sui gruppi neonazisti e razzisti, sempre più forti in Russia.

14. Anatolij Levin-Utkin, vice caporedattore del settimanale Juridichesky Peterburg Segodnya è stato picchiato a morte nel suo appartamento di San Pietroburgo dal quale è stata rubata anche la borsa che conteneva documenti su figure politiche e finanziarie locali, il 24 agosto 1998.

15. Anatolij Voronin, 55 anni, capo del settore commercio dell’agenzia ITAR-TASS è stato trovato ucciso (a coltellate) nel suo appartamento di Mosca il 16 ottobre 2006. Lavorava alla TASS da 23 anni. Le indagini non hanno avuto esito.

16. Andrej Aizderdzis, editore del settimanale Who’s Who e membro della Duma è stato ucciso a Khimki (vicino a Mosca) mentre rientrava in casa. A colpirlo (alla gola) un cecchino il 26 aprile 1994. Pochi giorni prima il suo giornale aveva pubblicato l’elenco dei principali criminali russi.

17. Andrej Solov’ëv, fotografo di guerra dell’agenzia ITAR-TASS morto il 27 settembre 1993. È stato ucciso da un cecchino mentre scattava foto durante l’assedio di Sukhumi, nella guerra d’indipendenza dell’Abkhazia. Aveva vinto il premio World Press Photo.

18. Andrew Shumack, free-lance americano visto l’ultima volta a Groznyj il 28 luglio 1995. Il giornale in lingua inglese The St. Petersburg Press lo aveva accreditato presso le autorità cecene, nessuno ha più avuto sue notizie.

19. Anton Kretenčuk, cameraman del canale 38th TV, ucciso a Rostov sul Don il 25 giugno 2006.

20. Cynthia Elbaum, fotografa per Time magazine, stata uccisa nel corso di bombardamenti russi contro Groznyj il 22 dicembre 1994.

21. Dmitrij Cholodov, giornalista investigativo del quotidiano Moskovskij Komsomolets è stato ucciso da una bomba nel suo ufficio di Mosca il 17 ottobre 1994. Di lui abbiamo parlato a proposito del giudice che presiede la corte del processo Politkovskaja.

22. Dmitrij Krikorjants , corrispondente per il settimanale moscovita Expresskhronika a Groznyj, il 14 aprile 1993 è stato ucciso da sconosciuti nel suo appartamento in Cecenia. Dopo avergli sparato, l’hanno anche sgozzato. Indagava sulla corruzione del governo ceceno.

23. Dmitrij Švets, 37 anni, vice direttore del canale televisivo indipendente TV-21 della città di Murmansk (nord della Russia) dove è stato ucciso il 18 aprile 2003: uno sconosciuto gli ha sparato molti colpi di pistola fuori dal suo ufficio. L’uomo era noto in città anche per il suo impegno politico e per le sue attività economiche. Aveva più volte denunciato casi di corruzione di politici locali ed era stato ripetutamente minacciato di morte. Le indagini a 360° hanno portato zero risultati.

24. Eduard Markevič, 29 anni, direttore e editore del Novy Reft, quotidiano locale della città di Reftinsky, viene trovato morto, colpito alla schiena il 18 settembre 2001. Il suo giornale era spesso critico verso le autorità locali. L’uomo era già stato aggredito in casa tre anni prima da sconosciuti. Nei giorni precedenti l’omicidio, era stato illegalmente arrestato per dieci giorni, con l’accusa di diffamazione. Ora è la moglie a tenere in vita il giornale.

25. Efim Suchanov, giornalista di ATK-Media, di Arcangelo, è morto in seguito alle coltellate ricevute da uno sconosciuto il 1° febbraio 2004.

26. Evgenij Gerasimenko, giornalista del settimanale regionale Saratovsky Rasklad, ucciso nella sua casa di Saratov, il 27 luglio 2006. La madre lo troverà con un sacchetto di plastica in testa e numerose ferite sul corpo. Dal suo appartamento l’assassino ha portato via il computer. La polizia sostiene che l’omicidio non sia da far risalire al suo lavoro di giornalista ma a un episodio di criminalità comune e arresta un clochard. L’uomo viene condannato a 18 anni di carcere in primo grado

27. Farit Urazbaev, cameraman, della Vladivostok TV / Radio Company, trovato morto nella città di Vladivostok il 23 maggio 2004.

28. Farchad Kerimov, cameraman dell’Associated Press ucciso a colpi di pistola in Cecenia. Scomparso il 27 maggio verrà ritrovato morto il 29 maggio 1995.

29. Farchad Kerimov, cameraman dell’Associated Press ucciso a colpi di pistola in Cecenia. Scomparso il 27 maggio verrà ritrovato morto il 29 maggio 1995.

30. Gadži Abashilov, 58 anni, capo della stazione radio-televisiva Daghestan VGTRK, è stato trovato morto il 21 marzo 2008 a Makhachkala, capitale della piccola repubblica russa. Uno o più killer l’hanno bersagliato con 20 colpi di Kalashnikov mentre era seduto in macchina. Tre persone sarebbero state arrestate per l’omicidio ma non sono stati forniti i nomi né i motivi del delitto.

31. Grigol Čichhladze e Aleksandr Klimčuk , fotografo e giornalista uccisi a Tskhinvali, capitale della repubblica secessionista dell’Ossezia del sud il 10 agosto 2008, durante la guerra russo-georgiana.

32. Igor’ Belozërov, ucciso il 3 ottobre 1993 da un cecchino durante gli scontri pro e contro El’cyn intorno al centro televisivo di Ostankino, presso il quale lavorava come giornalista.

33. Igor’ Domnikov, 42 anni, caporedattore della Novaya Gazeta, morto il 16 luglio 2000, due mesi dopo essere stato ripetutamente colpito da uno sconosciuto armato di martello di fronte al suo appartamento di Mosca. Nonostante le promesse del Ministero dell’Interno nessuno è mai stato arrestato per questo delitto.

34. Igor’ Salikov, capo del Dipartimento di informazioni di sicurezza dei Moskovskij Komsomolets, giornale di Penza (regione del Volga), ucciso il 20 settembre 2002.

35. Iljas Šurpaev, giornalista daghestano di Perviy Kanal, strangolato a Mosca con una cintura il 21 marzo 2008. Aveva 32 anni. Poco prima di essere ucciso gli era stato censurato un articolo e aveva scritto sul suo blog personale: “Ora sono un dissidente!”. Per l’omicidio sono stati arrestati, in Tagikistan, tre cittadini tagiki per i quali le autorità russe non hanno chiesto l’estradizione.

36. Il’ja Zimin, giornalista del canale televisivo NTV Russia è stato ucciso nella sua casa Mosca il 26 febbraio 2006. Il corpo aveva numerosi segni di violenza. L’uomo, morto a 33 anni, nel 2002 aveva vinto il premio come miglior giornalista televisivo russo. Dal suo appartamento l’assassino ha rubato cellulare e computer. La polizia sostiene che l’omicidio non sia da far risalire al suo lavoro di giornalista ma a un episodio di criminalità comune. Di diverso avviso i suoi colleghi. Le indagini comunque non hanno sortito nessun risultato.

37. Iskandar Chatloni, 46 anni, reporter di lingua tagika per Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL) assassinato a colpi d’ascia nel suo appartamento di Mosca il 21 settembre 2000. Chatloni forse conosceva chi l’ha ucciso, dato che gli ha aperto la porta di casa. Prima di essere ammazzato si era occupato delle violazioni dei diritti umani da parte dei soldati russi in Cecenia.

38. Ivan Fedjunin, giornalista politico del quotidiano locale Bryanskie Izvestija è stato pugnalato a morte nel suo appartamento di Bryansk il 31 marzo 1998. Poche settimane prima di essere ucciso si era occupato di criminalità locale.

39. Ivan Safronov, 51 anni, ex colonnello dell’aeronautica russa, esperto di questioni militari del quotidiano Kommersant morto volando dal quarto piano del suo palazzo il 2 marzo del 2007 a Mosca. Aveva appena fatto la spesa. Le autorità sostengono dapprima si tratti di suicidio, poi catalogano l’inchiesta come di induzione al suicidio, infine archiviano il tutto come suicidio. Parenti e colleghi non credono a questa versione. Non ha lasciato alcun biglietto e stava per diventare nonno.

40. Ivan Scopan, cameraman della televisione TF-1, ucciso il 3 ottobre 1993, durante gli scontri pro e contro El’cyn intorno al centro televisivo di Ostankino.

41. Kira Ležneva, cronista del quotidiano Kamensky Worker, nella regione di Sverdlovsk, uccisa il 4 novembre del 2005.

42. Konstantin Brovko, giornalista della compagnia televisiva Guburnia, ucciso il 20 gennaio 2007 a Khabarovsk, città russa vicina al confine con la Cina.

43. Konstantin Pogodin, dirigente del quotidiano Novoye Delo, della città di Niznij Novgorod, ucciso il 4 marzo 2003 da ignoti per ignoti motivi.

44. Larisa Judina, giornalista della Sovestkaja Kalmykia Segodnya è stata trovata morta in seguito a un violento pestaggio l’8 giugno 1998 a Elista, capitale della Calmucchia. Attivista politica, aveva più volte denunciato la corruzione dei politici locali.

45. Leonid Kuznetsov, caporedattore del Mescherskaya Nov’, giornale della regione di Ryazan, trovato morto alla periferia della città di Kasimov il 4 settembre 2002. Il giornale era molto critico verso le autorità locali.

46. Leonid Plotnikov, della casa editrice “Periodici di Mari-El” pestato a morte nel novembre del 2001.

47. Leonid Ševčenko,del giornale Pervoye Chteniye, pestato a morte a Volgograd, il 25 aprile 2002.

48. Magomed Evloev, 37 anni, giornalista inguscio, avvocato e uomo d’affari. Era proprietario del sito di Ingushetiya.ru principale fonte d’opposizione contro il presidente filoputiniano dell’Inguscezia, Murat Zyazikov. È stato ucciso a colpi di pistola in un auto della polizia il 31 agosto 2008, poco dopo essere stato arrestato (come testimone di un attentato). Ovviamente le autorità parlano di incidente, causato dallo stesso giornalista che avrebbe cercato di strappare la pistola a un poliziotto. Parenti e amici sono convinti si sia invece voluto chiudere la bocca a un giornalista (e a un sito internet) molto critico. La capo redattrice del sito, Roza Malsagova, ha poi chiesto e ottenuto asilo politico in Europa occidentale.

49. Magomedzaghid Varisov, analista politico del Novoye Delo giornale di Makhachkala (capitale del Daghestan, nord Caucaso) ucciso il 28 giugno 2005. La sua auto è stata crivellata di colpi mentre tornava a casa con moglie e autista, che rimarrà ferito nell’agguato. Il giornalista era molto critico verso l’opposizione daghestana che accusava di voler destabilizzare la repubblica. Aveva chiesto invano protezione alla polizia dopo essere stato minacciato. Sharia Jamaat ha rivendicato la responsabilità dell’uccisione.

50. Maksim Čabalin e Feliks Titov, giornalista e fotografo del quotidiano di San Pietroburgo Nevskoye Vremya scomparsi in Cecenia nell’inverno 1995. Il 27 febbraio avevano lasciato Nazran’ per un reportage. Avrebbero dovuto rientrare alla base il 4 marzo ma non hanno mai più fatto ritorno.

51. Maksim Maksimov, 41 anni, giornalista investigativo del settimanale di San Pietroburgo Gorod è stato dichiarato morto il 30 novembre 2006, due anni dopo la sua scomparsa. Maksimov era stato visto l’ultima volta nel 2004 a San Pietroburgo. Un mese dopo la sua auto era stata ritrovata vicino a un albergo; poco distante c’era il suo cellulare, privo di Sim. I suoi colleghi pensano sia stato punito perché stava indagando sulla criminalità organizzata di San Pietroburgo. Nessuna seria indagine è stata fatta per spiegare la scomparsa dell’uomo.

52. Marina Gorelova, uccisa in un attentato terroristico l’11 ottobre 1996 durante il funerale del segretario della Fondazione delle vittime della guerra in Afghanistan.

53. Nadežda Čajkova, corrispondente del settimanale russo Obščaja Gazeta (giornale per il quale aveva lavorato anche la Politkovskaja) è stata trovata morta (bendata e con segni di percosse) nel villaggio ceceno di Geikhi, il 30 marzo 1996.

54. Natalja Aljakina, giornalista con la doppia cittadinanza russa-tedesca lavorava per il magazine tedesco Focus e per la radio Rufa. Uccisa dai soldati russi il 17 giugno 1995 a Budyonnovsk mentre cercava di raccontare un rapimento di massa effettuato da ribelli ceceni.

55. Natalja Skryl, 29 anni, giornalista economica del Nashe Vremya, giornale della città di Rostov sul Don, dove è stata trovata morta il 9 marzo 2002. Era stata aggredita la sera prima da sconosciuti che l’avevano ripetutamente colpita con un pesante oggetto. Stava indagando sul tentativo di acquisto di un impianto metallurgico di Tagmet, nel sud ovest della Russia. Le autorità ammetteranno che l’omicidio è da far risalire alle sue inchieste giornalistiche, ma nessuno verrà né denunciato né arrestato.

56. Nikolaj Vasil’ev, giornalista della Sovestkaja Chuvashja e di Vesti Chuvashje, due giornali della repubblica di, Chuvassia, trovato morto nella sua casa di Cheboksarj il 18 agosto 2003. Si occupava di problemi politici e sociali e i colleghi sono convinti sia stato ucciso per qualche inchiesta pubblicata.

57. Nikolaj Razmolodin, direttore generale della Europroject TV e Radio Company, ucciso a colpi di pistola a Ulyanovsk il 20 luglio 2002.

58. Nina Efimova, giornalista del quotidiano in lingua russa di Groznyj Vozrozhdeniye è stata rapita insieme a sua madre dal suo appartamento in Cecenia il 9 maggio 1996. I loro corpi verranno trovati il giorno dopo, uccisi a colpi di pistola. La Efimova si occupava di criminalità locale.

59. Oleg Sedinko, fondatore della Novaya Volna TV e Radio Company, di Vladivostok, ucciso in un attentato dinamitardo, il 25 luglio 2002.

60. Oleg Skabijnko, producer di alcuni programmi di approfondimento del secondo canale della Tv russa (Moment Istiny e Zabytyye Imena) è stato ucciso a colpi di pistola nel suo appartamento di Mosca, il 25 gennaio 1996. Ignoti i motivi e gli autori.

61. Paavo Voutilainen, ex caporedattore principale della rivista Kareliya, ucciso in Kareliya nel 2002.

62. Paul Chlebnikov, 41 anni, giornalista americano, direttore della versione russa di Forbes, ucciso a colpi di pistola il 9 luglio 2004 vicino al suo ufficio di Mosca. Le autorità sono certe si tratti dell’opera di un killer professionista. Potrebbe essere la stessa banda che ha assassinato la Politkovskaja. Pochi giorni prima di essere ucciso, Chlebnikov aveva pubblicato la tradizionale lista degli uomini più ricchi rivelando la presenza in Russia di 33 miliardari (in dollari), più che in ogni altro paese del mondo. Per la sua morte verranno arrestati cinque ceceni, poi scagionati. Nel novembre del 2004 gli verrà assegnato alla memoria il premio International Press Freedom Awards.

63. Pavel Makeev, 21 anni, cameraman del canale tv TNT-Puls, ucciso ad Azov nella regione di Rostov il 21 maggio 2005.: è assassinato all’esterno da un circuito di gare automobilistiche illegali. Il suo corpo era una pieno di fratture e lividi. Chi l’ha ucciso gli ha portato via la telecamera e il cellulare. Nessuno è mai stato arrestato per questo delitto.

64. Pavel Pelojan, redattore della rivista in lingua armena Armyansky Pereulok, trovato morto alla periferia di Mosca, ucciso da numerose coltellate il 19 luglio 2007.

65. Ramzan Chadžiev, capo della redazione del Nord Caucaso della Tv pubblica russa Ort è stato colpito a morte mentre cercava di allontanarsi in auto da Groznyj insieme a moglie e figlio, l’11 agosto 1996.

66. Ramzan Mežidov e Šamil Gigaev, cameraman rispettivamente per la tv di Mosca TV Tsentr e per la tv indipendente Nokh Cho Television di Groznyj, uccisi durante un attacco aereo russo contro un convoglio di rifugiati che dalla Cecenia cercava di raggiungere l’Inguscezia, il 29 ottobre 1999.

67. Roderick Scott, detto Roddy, 31 anni, cameraman inglese free-lance. Lavorava per l’agenzia televisiva britannica Frontline. È stato trovato morto dai soldati russi in Inguscezia, al confine con la Cecenia, dopo una battaglia fra l’esercito di Mosca e miliziani ceceni, il 26 settembre 2003.

68. Rory Peck, cameraman della Tv tedesca ARD, ucciso il 3 ottobre 1993, durante gli scontri intorno al centro televisivo di Ostankino.

69. Sergej Chechugo, morto in Cecenia mentre era a bordo di un elicottero russo abbattuto dalla milizia cecena il 27 gennaio 2002. Era addetto stampa del ministero dell’Interno russo e collaboratore della Komsomolska Pravda.

70. Sergej Dubov, editore di numerosi quotidiani e riviste (Vsyo Dlya Vas, Novoye Vremya, e International and Moscow Business Week) è stato ucciso a colpi di pistola di fronte alla sua casa di Mosca il 1° febbraio 1994.

71. Sergej Ivanov, 30 anni, è stato ucciso con cinque colpi di pistola di fronte al suo appartamento di Togliattigrad, città della Regione di Samara il 3 ottobre 2000. Era direttore di una televisione indipendente (Lada TV) e aveva un ruolo decisivo nella vita politica locale. Nessuno ha mai stabilito nemmeno i retroscena dell’omicidio.

72. Sergej Ivanov, corrispondente del quotidiano di San Pietroburgo Nevskoye Vremya è stato visto l’ultima volta il 16 giugno 1995 in Cecenia. È stato probabilmente rapito e ucciso.

73. Sergej Kalinovskij, 26 anni, caporedattore del quotidiano di Smolensk Moskovskij Komsomolets è stato trovato morto il 1° aprile 2002, vicino a un lago. L’uomo era scomparso il 14 dicembre del 2001. Si occupava di cronaca politica e nera. Nel marzo 2001 ignoti avevano dato fuoco al suo appartamento.

74. Sergej Krasil’nikov, ucciso il 3 ottobre 1993, negli scontri pro e contro El’cyn intorno al centro televisivo di Ostankino, per il quale lavorava come montatore.

75. Sergej Novikov, 36 anni, proprietario dell’unica radio indipendente di Smolensk (Radio Vesna) è stato ucciso a colpi di pistola sulle scale di casa il 26 luglio 2000. Tre giorni prima di essere assassinato aveva partecipato a una trasmissione su casi di corruzione tra i politici locali. Era stato più volte minacciato di morte. Non è stato mai trovato il killer, né stabiliti i motivi dell’omicidio.

76. Sergej Žabin, collaboratore del servizio stampa del governatore della regione di Mosca, trovato morto il 27 luglio del 2002.

77. Šamchan Kagirov, giornalista del quotidiano moscovita Rossiyskaya Gazeta e del quotidiano locale Vozrozheniye, è ucciso in un agguato in Cecenia, vicino a Groznyj il 13 dicembre 1995. Muoiono anche i tre agenti di polizia locale che viaggiavano in automobile con lui.

78. Šangyš Mondush, corrispondente per il quotidiano Khemchiktin Syldyzy, della repubblica di Tuya, ucciso a pugnalate il 2 maggio del 2004.

79. Stan Storimans, giornalista della tv danese RTL ucciso durante i bombardamenti russi contro la città georgiana di Gori, il 12 agosto 2008.

80. Supjan Ependiev, esperto giornalista del quotidiano ceceno indipendente Groznensky Rabochy è stato ucciso (insieme a molte altre persone) durante un attacco missilistico russo contro l’affollato mercato all’aperto nel centro di Groznyj, il 27 ottobre 1999.

81. Tamerlan Kazichanov, ucciso da un miliziano ceceno mentre era si recava nel suo ufficio di Nalchik, nella repubblica caucasica della Kabardino-Balkaria, il 13 ottobre 2005. Era capo ufficio stampa del servizio anti-terrorismo del ministero dell’Interno russo.

82. Telman Ališaev, ucciso a Makhachkala da due killer mentre, in auto, sta andando dalla moschea verso casa, il 2 settembre 2008. L’uomo era il curatore del programma “Pace nella tua casa” della tv daghestana TV-Chirkei. Aveva realizzato un documentario (“Wahabismo ordinario”) nel quale venivano criticati gli islamismi radicali che l’avevano per tutta risposta inserito nella lista dei “condannati a morte” pubblicata su internet. L’inchiesta giudiziaria è tuttora aperta.

83. Vadim Alfer’ev, giornalista investigativo della Segodnyashnyaya Gazeta, ucciso a sprangate sulla tromba delle scale di casa il 27 dicembre 1995 a Krasnoyarsk.

84. Vadim Kuznetsov, caporedattore di World and home. Saint Petersburg, ucciso a San Pietroburgo il 28 dicembre 2006.

85. Vadim Rudenko, giornalista di un programma d’approfondimento di cronaca della Tv russa ORT è stato ucciso a coltellate nel suo appartamento di Mosca, il 30 giugno 1999. Chi l’ha ammazzato ha anche dato fuoco al corpo.

86. Vagif Kočetkov, giornalista investigativo trentunenne del quotidiano Trud ed editorialista del quotidiano Tulskii Molodoi Kommunar, morto a Tula l’8 gennaio 2006, un mese dopo essere stato picchiato a sangue. Secondo le autorità locali per una rapina, visto che gli sono stati portati via i soldi e il cellulare.

87. Valeri Batuev, redattore del Moskovskie Novosti, trovato morto nel suo appartamento di Mosca il 31 marzo 2002.

88. Valeri Ivanov, 32 anni, caporedattore di Tolyatinskoye Obozreniye, giornale della città di Togliattigrad, ucciso fuori dalla sua casa il 29 aprile 2002. Colpito ripetutamente alla testa da un killer munito di pistola con silenziatore. Si occupava di criminalità e di corruzione nella pubblica amministrazione. Era anche deputato della Duma della regione di Samara. Le indagini a 360° hanno portato a zero risultati.

89. Valery Krivoshejev, corrispondente del quotidiano russo Komsomolskaja Pravda da Lipetsk (Russia centrale) è stato trovato morto con un trauma cranico vicino a un bar che frequentava il 6 settembre 1997 Secondo i colleghi sarebbe stato ucciso in seguito alle sue inchieste sui politici locali. Secondo altre fonti sarebbe morto invece in seguito a una rissa.

90. Viktor Mikhailov, giornalista investigativo del quotidiano siberiano Zabaikalsky Rabochy è stato picchiato a morte nel centro della città di Chita, il 12 maggio 1996. Si occupava di criminalità.

91. Viktor Pimenov, cameraman della televisione cecena (filo-russa) Vaynakh è stato colpito da un cecchino a Groznyj l’11 marzo 1996.

92. Vitali Sakhn-Val’da, fotoreporter, della città di Kursk, trovato morto il 4 aprile del 2002.

93. Vlad Kidanov, giornalista freelance, di Cheboksarj, capitale della Repubblica della Chivassia (Federazione Russa), trovato morto il 21 luglio 2006.

94. Vladimir Drobyšev, giornalista della rivista Nature and Man, morto d’infarto il 3 ottobre 1993, durante gli scontri intorno al centro televisivo di Ostankino.

95. Vladimir Pašutin, del giornale Smolensky Literator, trovato morto a Smolensk il 3 settembre 2005.

96. Vladimir Pritčin, redattore capo del canale Nord Baikal TV /Radio Company, emittente della repubblica di Burjatia, è stato pestato a morte il 18 settembre 2004.

97. Vladimir Jatsina, fotografo di 51 anni dell’agenzia russa ITAR-TASS, è stato ucciso in Cecenia da miliziani wahabiti. Rapito nella capitale dell’Inguscezia il 19 luglio 1999 è stato assassinato il 20 febbraio 2000. I rapitori avevano chiesto alla famiglia e all’agenzia stampa 20 milioni di dollari come riscatto.

98. Vladimir Žitarenko, corrispondente per le forze armate russe per il quotidiano Krasnaya Zvezda, colpito a morte da due proiettili di un cecchino nei pressi della capitale cecena Groznyj, il 1° gennaio 1995.

99. Vladislav List’ev, era uno dei più noti giornalisti della televisione pubblica russa ORT di cui era il direttore generale. È stato ucciso all’entrata del suo appartamento il 1° marzo del 1995.

100. Vjačeslav Akjtov, giornalista del programma tv Business Moscow, ucciso in un appartamento di Mytishchy, appena fuori Mosca. Scomparso il 22 maggio 2006 il suo corpo verrà rinvenuto cinque giorni dopo.

101. Vjačeslav Plotnikov, reporter del canale 41- TV Channel di Voronez, trovato morto in una foresta il 15 settembre 2006.

102. Vjačeslav Rudnev, giornalista free-lance, collaboratore di quotidiani regionali come Znamya e Vest, è stato trovato ferito nel suo appartamento di Kaluga (fuori Mosca) con numerosi colpi al capo. Morirà il 17 febbraio 1995 dopo quattro giorni di coma. Indagava sulla corruzione e il mondo criminale.

103. Jurij Ščekočichin, 53 anni, vice redattore della Novaya Gazeta, morto il 3 luglio 2003 dopo 12 giorni di degenza in una clinica di Mosca, avvelenato forse dal tallio. Stava per andare negli Stati Uniti a discutere i risultati di una sua inchiesta giornalista con funzionari dell’Fbi. Indagava infatti su casi di corruzione all’interno dell’Fsb russo (con centinaia di milioni di dollari nascosti nella Bank of New York). Aveva anche svolto inchieste sulla corruzione all’interno della Procura generale russa. Forse è proprio per questi reportage che qualcuno l’ha condannato a morte. La Procura non ha nemmeno aperto un fascicolo sull’omicidio.

104. Jan Travinskij, giornalista di San Pietroburgo, ucciso a Irkutsk il 27 settembre 2004.

105. Jochen Piest, corrispondente del magazine tedesco Stern, il 10 gennaio 1995 è vittima di un attacco suicida dei ribelli ceceni nel villaggio di Chervlyonna, 24 chilometri da Groznyj.

106. Jurij Soltis, giornalista di cronaca nera per l’agenzia indipendente Interfax è stato trovato morto il 12 giugno 1994 nella stazione di Stroitel, appena fuori Mosca. I suoi colleghi pensano che l’omicidio sia da attribuire alle sue inchieste del mondo criminale russo.

107. Zoja Ivanova, dell’ emittente televisiva BGTRK, della repubblica di Buriazia, morta in seguito a un pestaggio il 10 luglio 2004.

108. Anna Stepanovna Politkovskaja, giornalista della Novaja Gazeta, uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006 daun sicario che le ha sparato mentre rientrava a casa. Anna aveva scritto numerosi articoli critici del Cremlino e del presidente ceceno filorusso, Ramzan Kadyrov.

109. Natalia Estemirova, giornalista e attivista per i diritti umani, uccisa il 15 luglio 2009 con un colpo di pistola al torace e uno alla testa.

110. Dmitrij Okkert, conduttore televisivo dell’emittente Expert Tv, trovato morto il 26 giugno 2010 nel suo appartamento a Mosca.

‘Mi dicono spesso che sono pessimista, che non credo nella forza della gente, che ce l’ho con Putin e non vedo altro. Vedo tutto io. E’ questo il mio problema. Vedo le cose belle e vedo le brutte. Vedo le persone che vogliono cambiare la propria vita per il meglio ma che non sono in grado di farlo, e che per darsi un contegno continuano a mentire a se stesse per prime, concentrandosi sulle cose positive e facendo finta che le negative non esistano. Per il mio sistema di valori, è la posizione del fungo che si nasconde sotto la foglia. Lo troveranno comunque, è praticamente certo, lo raccoglieranno e se lo mangeranno. Per questo, se si è nati uomini, non bisogna fare i funghi.

[In riferimento al futuro dei russi: Ci sono due previsioni, una ottimistica e una pessimistica. La pessimistica] non viene sbandierata, ma con qualche insistenza ce la si può procurare. E’ quella che mi interessa di più perchè costringe a pensare, a spremersi le meningi per cambiare la situazione affinché così non sia, senza restarsene accucciati sotto una foglia in stato vegetativo, in attesa del vento.’
(Anna Politkovskaja, Diario Russo 2003-2005).

Comments

  1. Mara

    GRAZIE!

    Mara