Berlusconi ai tunisini: "Vi aspettiamo a braccia aperte" - Diritto di critica
“Gli italiani sono stati un popolo che ha lasciato l’Italia e che è emigrato verso altri paesi. Ciò ci impone il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con una totale apertura di cuore e di dare a coloro che vengono la possibilità di un lavoro, una casa, la scuola per i figli, l’apertura dei nostri ospedali alle loro necessità”. No, non lo ha detto un qualche comunista. Lo ha dichiarato proprio Silvio Berlusconi, intervistato il 18 agosto 2009 dalla televisione tunisina Nessma Tv che aveva acquistato solo qualche mese prima insieme al suo amico Tarak Ben Ammar e, udite udite, al colonello Gheddafi. Un paradossale conflitto di interessi che lo spinge in patria ad appoggiare la linea leghista dei respingimenti e dei fori de ball, e in Tunisia a fare il ricco magnanimo vicino pronto ad accogliere i migranti a braccia aperte. “La coerenza è la virtù degli imbecilli”, diceva Giuseppe Prezzolini. E Berlusconi stupido non è. Sulla costa meridionale ci sono 80 milioni di persone che non vendono l’ora di vedere Dr. House e Striscia la Notizia.
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