“Sporchi”, “ladri”, terroristi”. E ancora: “violenti”, “incivili”, “barbari”. E come se non bastasse “rubano il lavoro ai nostri giovani”. Così molti italiani definiscono i migranti che sbarcano sulle nostre coste o arrivano comodamente in aereo o in pullman dall’Europa orientale. Così chiamavano gli italiani quando ad emigrare eravamo noi
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Le voci dei tunisini delusi dall’Italia: “Si rischia la vita per nulla”
Un ragazzo tunisino mi ha consegnato una fotografia scattata qualche settimana fa. In questi giorni post-rivoluzionari per intenderci. Nella foto si vedono due ragazzi in un tetto con il cappio al collo e, sotto ai loro piedi, un cartello con la scritta “il lavoro o la morte”. Dopo le manifestazioni e la caduta del regime, il popolo tunisino vuole i fatti. “Questa è la realtà della Tunisia oggi.
Clandestino o rifugiato? La differenza manipolata
Le televisioni e il governo raccontano agli italiani che i tunisini non sono rifugiati per la semplice ragione che non c’è guerra nel loro Paese. Al massimo possono chiedere lo Status di rifugiato i libici. L’opposizione tace. Molto probabilmente, hanno messo nel dimenticatoio i trattati internazionali che loro stessi hanno firmato, in modo particolare la Convenzione di Ginevra del 1951
Dopo la rivoluzione, il turismo in Tunisia riparte dal couchsurfing
“Dopo che è scoppiata la rivoluzione, volevo cancellare il biglietto aereo: la stampa mondiale diceva che la Tunisia non era sicura per i turisti. Ma il mio amico Mohamed mi ha consigliato di partire tranquillamente, perché il paese si sta avviando verso la stabilità”. Sema, appena tornata a Smirne (Turchia), racconta la sua esperienza di “couchserfer” in Tunisia.
Immigrazione: tra i dimenticati di Manduria – Photogallery
Una tendopoli improvvisata, poco lontano dal campo di Manduria. I migranti tunisini “evasi” dal centro di “accoglienza” si riparano come possono dal sole: abbandonati nel nulla delle campagne pugliesi, appendono una giacca a due bastoni, si rifugiano sotto un materasso. Dispersi nel nulla delle campagne, senza servizi né corrente elettrica, i migranti sperano in questo… Continua a leggere Immigrazione: tra i dimenticati di Manduria – Photogallery
Berlusconi ai tunisini: “Vi aspettiamo a braccia aperte”
“Gli italiani sono stati un popolo che ha lasciato l’Italia e che è emigrato verso altri paesi. Ciò ci impone il dovere di guardare a quanti vogliono venire in Italia con una totale apertura di cuore e di dare a coloro che vengono la possibilità di un lavoro, una casa, la scuola per i figli, l’apertura dei nostri ospedali alle loro necessità”. Lo ha dichiarato proprio Silvio Berlusconi, intervistato il 18 agosto 2009 dalla televisione tunisina Nessma Tv
Casinò, nobel e colore. Lo show berlusconiano a Lampedusa tra promesse e claque
“A Lampedusa il nobel per la Pace”. In una giornata ventosa e soleggiata, Silvio Berlusconi atterra sull’isola martoriata e promette che il governo si impegnerà per questo riconoscimento. Parole che rimbombano dagli altoparlanti tra le strade della cittadina mentre la gente applaude. Una bacchetta magica che risolve tutto, dalla munnizza di Napoli alle macerie dell’Aquila.
Quel muro che trasforma i padani in terroni
«Alziamo un muro tra l’Italia e la Svizzera». L’ultima provocazione di Giuliano Bignasca, leader della Lega ticinese. La barriera servirebbe a fermare i migranti che stanno sbarcando in questi giorni a Lampedusa. Ma il vero obiettivo sono gli italiani, soprattutto i lombardi, accusati di rubare lavoro agli svizzeri e di portare la delinquenza nel Canton Ticino. Anche per colpa dell’ “amico” Roberto Maroni.
