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Diritto di critica | November 9, 2024

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Il calcio scommesse non conosce crisi tra sim telefoniche, soldi e criminalità organizzata - Diritto di critica

Il calcio scommesse non conosce crisi tra sim telefoniche, soldi e criminalità organizzata

Un sistema fatto di schede telefoniche dedicate, gruppi di scommettitori sparsi in tutta Italia e una enorme liquidità di denaro, grazie alla quale puntare sui risultati di alcune partite della Serie B, della Lega Pro e corrompere i calciatori. Sullo sfondo, anche l’ombra della criminalità organizzata. Il nuovo scandalo del calcio scommesse rischia di affossare ancora di più l’immagine dello sport più amato in Italia. L’operazione ‘Last Bet’ durata sei mesi, portata avanti dalla polizia di Cremona e coordinata dal Servizio Centrale Operativo (insieme alle Questure di alcune delle principali città italiane), ha portato ieri all’arresto di 16 persone, tra cui ex calciatori, dirigenti, titolari di agenzie di scommesse e liberi professionisti.

Diversi soggetti, radicati nel mondo del calcio, erano in grado, secondo la polizia, di condizionare i risultati di alcuni incontri per poi effettuare ingenti puntate di denaro attraverso i circuiti legali delle scommesse sia in Italia che all’estero. Tra coloro che sono finiti in manette, agli arresti domiciliari, c’è l’ex giocatore della Lazio Giuseppe Signori, ieri ascoltato in Questura. Gli inquirenti, a fronte delle circa 50mila intercettazioni telefoniche effettuate, sono convinte che l’ex bomber della nazionale fosse “elemento centrale del gruppo degli scommettitori di Bologna”.

Sono in totale una quarantina le persone coinvolte: gli ex calciatori Antonio Bellavista (ex capitano del Bari), Mauro Bressan (Fiorentina, Cagliari, Como), Vincenzo Parlato (ex giocatore di serie B e C e collaboratore del Viareggio). Tra gli atleti ancora in attività spicca il nome del difensore dell’Ascoli Vittorio Micolucci (protagonista della salvezza dell’Ascoli quest’anno) e del suo compagno di squadra Vincenzo Sommese (messo fuori rosa già dallo scorso inverno). Tra gli indagati ci sono anche il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, l’ex calciatore Stefano Bettarini e Alex Pedersoli dell’Ascoli.

Sono 18 in totale le partite e altre 15 al vaglio degli inquirenti. Gare che interessano in prevalenza la Lega Pro, la Serie B, l’Ascoli (si costituirà parte civile), il Benevento, il Siena, l’Atalanta e il Ravenna. Due riguardano la massima divisione: Inter–Lecce 1-0 (in quell’occasione, Signori puntò 150mila euro) e Brescia–Bologna 3-1 dello scorso 2 aprile. Nell’incontro Atalanta–Piacenza, terminato 3-0 per i padroni di casa, alcune delle persone coinvolte nell’inchiesta “hanno indicato nel capitano dell’Atalanta Doni, uno dei calciatori che avrebbero realizzato la ‘combine’, insieme al difensore del Piacenza Carlo Gervasoni. Fu quest’ultimo a provocare il calcio di rigore del 2-0, poi realizzato da Doni. Il risultato di 3-0, in favore dell’Atalanta, fu pianificato, secondo il gip di Cremona Guido Salvini, “a Bologna e precisamente in via U. Bassi nr.7, presso lo studio Professionisti Associati”. Su quella partita si registrò un volume di scommesse esorbitante e lo stesso Signori investì 60mila euro.

L’inchiesta ha preso il via da una denuncia della Cremonese, squadra che attualmente milita in Lega Pro, dopo la partita contro la Paganese del 14 novembre 2010 (terminata 2-0 per i padroni di casa). Durante l’incontro cinque giocatori della Cremonese si sentirono male (il difensore Carlo Gervasoni, lo stesso giocatore che sarà implicato nella partita Atalanta-Piacenza, sbandò con la propria auto dopo la partita in seguito a un malessere). Grazie alle intercettazioni, disposte dal gip, è emerso come il portiere della Cremonese Marco Paoloni avesse introdotto nell’acqua e nel una sostanza per inibire le prestazioni dei suoi compagni di squadra. Il farmaco, appartenente alla famiglia delle benzodiazepine, viene di solito utilizzato contro i disturbi di ansia e del sonno.

Le intercettazioni rivelano, inoltre, “l’accanita propensione del portiere Paoloni a fare scommesse sportive grazie anche all’intermediazione di Massimo Erodiani (proprietario di una tabaccheria a San Giovanni Teatino nella periferia di Chieti) e Marco Pirani (medico odontoiatra di Ancona)”. Entrambi sono stati arrestati, insieme a Gianluca Tuccella, portiere della squadra di calcio a cinque Cus Chieti. Erodiani e Pirani erano in collegamento con i gruppi di scommettitori milanesi, bolognesi e con quelli stranieri. Il portiere Paoloni ad un certo punto non riuscì a gestire più i risultati delle partite truccate, facendo perdere molti soldi agli scommettitori. In alcune intercettazioni sono emersi tentativi di estorsione ai suoi danni e minacce di morte. Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Guido Salvini ieri aveva spiegato come “la frequenza delle manipolazioni fosse stata impressionante, con la gestione contemporanea di 5 partite”. Dalle intercettazioni è emersa anche l’esistenza di una sorta di tariffario di massima per la compravendita delle partite.

L’ombra della criminalità organizzata si è affacciata – si legge nell’ordinanza – con la “presenza tra gli investitori e scommettitori di alcuni gruppi dai contorni incerti, come quello degli ‘zingari’, a capo del quale c’era un uomo di nazionalità slovacca, Almir Gegic”, arrestato ieri. Presente, inoltre, un gruppo di scommettitori di nazionalità albanese. Il gip ha spiegato che “per ogni partita truccata i gruppi criminali hanno investito centinaia di migliaia di euro, di cui non è nota la provenienza, e non si possono escludere, quindi, fatti di riciclaggio”. Il Codacons ha chiesto che “siano risarciti coloro che hanno effettuato scommesse sulle partite truccate, oppure che siano rimborsati i biglietti ai tifosi che hanno conservato i biglietti e gli abbonamenti allo stadio”.  Al momento non è esclusa la possibilità di intentare una class action.

Unanime la condanna da giocatori, allenatori e dirigenti del mondo del calcio. La Figc aprirà un’inchiesta sulla vicenda. La Lega Pro e la Serie B si costituiranno parte civile nei confronti dei responsabili per il “danno di immagine e a tutela della regolarità dei campionati”. Joseph Blatter, presidente della Fifa, ha invocato l’aiuto dei governi e delle polizie locali. E’ di qualche settimana fa l’accordo siglato con l’Interpol per fermare le scommesse illegali e le combine. Basterà? Ciò che colpisce nell’ultima ‘riedizione’ del calcio scommesse, è il carattere di organizzazione e accuratezza che Signori e soci hanno saputo dare al sodalizio criminale. Le schede telefoniche dedicate furono utilizzate anche da Luciano Moggi in occasione di Calciopoli, per comunicare con i designatori arbitrali, mentre il ‘tariffario’, previsto per le puntate sui risultati delle singole partite combinate, è a tutti gli effetti una trovata originale.

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