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Diritto di critica | April 20, 2024

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Il Ministro inamovibile

Tutti se la sono presa con Maurizio Lupi per la storia del Rolex e della segnalazione per trovare un posto di lavoro al figlio. Renzi ha parlato di dimissioni per motivi etici e non per un avviso di garanzia. Eppure, nel Nuovo Centro Destra c’è un altro ministro che a dimettersi non c’ha mai pensato, nemmeno quando l’opinione pubblica e i fatti erano contro di lui: Angelino Alfano, attuale Ministro degli Interni.

Nell’ottobre dello scorso anno, secondo un sondaggio prodotto da Agorà, addirittura un italiano su due ne avrebbe voluto le dimissioni. Sulle spalle dell’attuale Ministro degli Interni, infatti, non gravavano intercettazioni “scomode” come quelle lette per Maurizio Lupi ma errori veri e propri nella gestione dell’ordine pubblico o di alcune vicende giudiziarie. Andando a ritroso – e solo per citare alcuni casi – ritroviamo infatti le manganellate agli operai dell’AST di Terni o la definizione di “assassino” affibbiata ancor prima di qualsiasi processo a Massimo Bossetti, poco dopo l’arresto per la morte di Yara Gabirasio.

Come dimenticare poi il caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, accusata di essere entrata illegalmente in Italia ed espulsa insieme alla figlia di sei anni senza che – a detta della ricostruzione ufficiale – il Viminale ne venisse informato: Alfano disse che l’intera operazione era stata condotta a sua insaputa. E cadde la testa dell’allora capo di Gabinetto, Procaccini, che sosteneva però di aver informato di ogni singolo particolare proprio Alfano.

Viene quindi da chiedersi quali siano i meccanismi fondamentali di quella legge sempre attuale dei due pesi e delle due misure. I ministri sono costretti a dimettersi solo se indagati per questioni etiche e non per incapacità? Se fosse vero sarebbe pazzesco. In Germania il ministro dell’Istruzione Schavan si dimise per aver copiato parte della sua tesi, ad annunciarlo fu la stessa Angela Merkel. In Italia i fatti parlano da soli: il Ministro degli Interni, nonostante tutto, è ancora al suo posto.

@emilioftorsello