Brasile, quando il business dello sport vince sulle rivendicazioni sociali

Non sono valse a nulla le parole della presidente Dilma Rousseff, pronunciate sabato scorso. Le manifestazioni si sono moltiplicate in Brasile contro la corruzione e il carovita, degenerando in scontri con la polizia soprattutto fuori agli stadi dove si sta giocando la Confederations Cup. Prima a Salvador, dove sabato sera si sono affrontate l’Italia e… Continua a leggere Brasile, quando il business dello sport vince sulle rivendicazioni sociali

La repressione non basta: Ghezi Park resiste

La guerriglia di Ghezi Park spacca a metà la Turchia. In Piazza Taksim i blindati della polizia sparano acqua urticante e proiettili di gomma contro i pochi “terroristi” che osano raggrupparsi. La protesta avanza ad Ankara, dove la polizia deve contenere cortei sempre più numerosi. Ad Istanbul, invece, Erdogan cerca il bagno di folla di… Continua a leggere La repressione non basta: Ghezi Park resiste

In Cile nuovi scontri tra polizia e popolo Mapuche. Aggrediti e arrestati anche donne e bambini

Continuano gli scontri tra Mapuche e carabineros nel centro-sud del Cile. Dopo l’accusa, respinta dal movimento indigeno, di aver causato i terribili incendi nella regione dell’Araucanía e nell’area di Temuco (a sud della capitale Santiago), per i nativi della Patagonia cilena scatta la repressione. Legittimati dalla brutale legge antiterrorismo, i militari guidati dal Generale Ivan Bezmalinovic hanno risposto con… Continua a leggere In Cile nuovi scontri tra polizia e popolo Mapuche. Aggrediti e arrestati anche donne e bambini

La Russia scende in piazza contro i brogli elettorali

Con centinaia di arresti indiscriminati per soffocare le proteste di piazza contro i brogli elettorali, il governo di Vladimir Putin sta mostrando al mondo il peggio di sé, palesando le insicurezze di un potere incrinato dalla perdita di consensi alle elezioni di qualche giorno fa (gli elettori del partito “Russia Unita”, coalizione del premier, si… Continua a leggere La Russia scende in piazza contro i brogli elettorali

Voci di donne in memoria di Anna Politkovskaja, cinque anni fa l’omicidio

E’ una voce di donna quella che da mesi si leva a denunciare le repressioni del regime di Damasco contro le proteste che stanno insanguinando la Siria. E’ una voce di donna quella che l’organizzazione internazionale per i diritti umani Raw in War (Reach All Women in War, “Raggiungere tutte le donne in guerra”) ha… Continua a leggere Voci di donne in memoria di Anna Politkovskaja, cinque anni fa l’omicidio

Seconda generazione dei migranti, “presto un nuovo spazio per far valere i nostri diritti”

“Noi giovani immigrati crediamo in questo paese e lottiamo per rimanerci. Stiamo creando uno spazio dedicato alla G2 (seconda generazione), all’interno del Forum nazionale immigrazione del Pd: una rete che non si limiti a chiedere la cittadinanza, ma che possa creare un’alleanza con i ragazzi italiani, grazie alla mediazione di un partito capace di ascoltarci”.

Rivolte anche in Siria. Molti morti negli scontri

Le forze di sicurezza del governo siriano stanno reagendo con le armi alle proteste che si sono estese in tutta la Siria contro il regime della famiglia Assad, che governa il paese da quarant’anni. Secondo Amnesty International, i morti dell’ultima settimana sarebbero 55 soltanto a Daraa, circa 150 in tutto il paese. E cominciano ad… Continua a leggere Rivolte anche in Siria. Molti morti negli scontri

Non solo la Libia: lo Yemen verso la guerra civile

Da circa sei settimane la situazione politica nello Yemen si è surriscaldata, sulla scia delle proteste che stanno infiammando il mondo arabo. Lo Yemen si trova tuttavia in uno scenario particolare, in cui le richieste democratiche di una parte della popolazione si scontrano contro molteplici altri interessi

L’Egitto scopre il prezzo della libertà

Grande entusiasmo e voglia di rinnovamento. Sono questi gli elementi portati dai movimenti popolari che hanno recentemente permesso al popolo egiziano di liberarsi della lunga egemonia di Hosni Mubarak. Ora, però, questa grande sete di libertà sta trovando, a più di un mese dalla cacciata del Rais, le prime fisiologiche difficoltà, dettate dalla mancanza di una reale tradizione democratica e dalla frammentazione di alcuni settori della società.