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Diritto di critica | July 27, 2024

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Vite migranti - “Il baseball, lo strumento di integrazione più efficace” - Diritto di critica

Vite migranti – “Il baseball, lo strumento di integrazione più efficace”

“Solo lavorando con i bambini si può creare un’integrazione reale e duratura. E lo sport è il principale strumento di comunicazione, perché insegna regole universali”.

Roberto Greaves, cubano, 47 anni, è arrivato in Sardegna nel ’94, grazie a un progetto di scambio tra la Federazione italiana di baseball e quella cubana. Laureato Isef all’Avana e allenatore della squadra di baseball di Iglesias, dal 2004 porta avanti il progetto “Baseball, che passione” in alcune scuole elementari di Cagliari, caratterizzate da una forte presenza di immigrati. “Nelle 32 classi – racconta Roberto -, ci sono circa 100 bambini immigrati. In alcune, su 20 ragazzi, 18 sono stranieri. Vengono soprattutto dalla Thailandia, Filippine, Tanzania, Kenya, Brasile. Molti sono nati fuori e arrivano in Sardegna con i genitori”.

Soprattutto tra i più piccoli, il baseball diventa un efficace strumento di integrazione: “Lo sport, soprattutto quello di squadra, insegna a rispettare regole universali. Le squadre sono miste: ragazzi che vengono da ogni parte del mondo superano le differenze, e creano una fortissima coesione di gruppo. E imparano più in fretta l’italiano perché sentono il bisogno di comunicare”.

Così, “noi allenatori contribuiamo a creare la nuova società, insegnando a rispettare le regole sportive e sociali”. Partendo proprio dalle scuole, che sono “molto sensibili all’integrazione: gli insegnanti sono attenti a ogni nuovo arrivato, tengono conto del suo livello di conoscenza della lingua, e fanno di tutto per favorirne l’inserimento scolastico, grazie a costanti colloqui con i genitori dei ragazzi”.

Un’integrazione più facile in una regione, particolarmente attenta agli immigrati: “Anch’io vengo da un’isola (Cuba) e in Sardegna mi sono subito trovato benissimo. Gli isolani sono particolarmente inclini all’ospitalità: una volta che arrivi, diventi uno di loro e ti danno tutto”.  Integrazione, favorita anche “dai bassi numeri” e dal fatto che i nuovi immigrati (che arrivano per lo più in aereo, quindi “con maggiore controllo”) “in genere, hanno già qualche legame familiare nell’Isola e sono facilitati nella ricerca di un lavoro”.

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