Crisi in Libia: gli interessi di Eni sul gas di Gheddafi

Le tensioni internazionali legate alla crisi in Libia stanno portando numerosi effetti sull’intero scacchiere internazionale. Nel nostro Paese, in particolare, le questioni economiche che legano Roma a Tripoli stanno destando preoccupazione almeno quanto il dramma della repressione nel sangue dei manifestanti, se non di più. Su tutti, l’affare più importante è quello che lega sul… Continua a leggere Crisi in Libia: gli interessi di Eni sul gas di Gheddafi

L’analisi – L’Italia, tra l’incudine e il martello

Le rivolte del nord Africa stanno minando seriamente gli interessi italiani. Ma il nostro Paese è immobile ed incapace di imporre una politica estera credibile. Abbandonata dagli Usa e dall’Europa, l’Italia non può far altro che affidarsi alla sorte, mentre la scelta di non aver seguito la politica energetica statunitense si sta rivelando un boomerang

I “Perché” della rivolta libica. E perché l’Occidente non interviene

Le rivolte nel mondo arabo sono iniziate in paesi che versano in situazioni economiche disperate. Perché ora si stanno estendendo anche a Paesi più ricchi come il Bahrein e la Libia? La ricchezza del Paese di Gheddafi è superiore a quella della Turchia, della Romania o del Brasile. La Libia è due volte più ricca della Tunisia. Come spiegare allora quello che sta accadendo?

Vinyls in bilico, per gli operai sperare è ancora presto

Protestare dall’alto è diventata una necessità: solo se rischi di precipitare dalla cima di gru, ciminiere o palazzi puoi sperare di essere ascoltato. Ieri è toccato agli operai della Vinyls, azienda chimica fallita che tra i tre stabilimenti di Porto Torres, Ravenna e Porto Marghera dava lavoro a 5mila famiglie, più altre 10mila legate all’indotto. Son saliti a protestare a 150 metri d’altezza per la seconda volta in quindici giorni, mentre sotto si decide per loro.